Officine di Sviluppo Armonico Progetto Sociale

PROGETTO SOCIALE DI ANNA AMMIRATI
OSA – Officine di Sviluppo Armonico: cosa, come, perchè. 

L’idea di OSA nasce quando ho cominciato a relazionarmi  con i giovanissimi grazie ad un corso di lettura che tre anni fa ho sviluppato a Milano lavorando con le scuole e successivamente la possibilità quotidiana che ho avuto grazie a mia figlia liceale, di interfacciarmi con il suo mondo. Queste due esperienze mi hanno fatto capire che i nativi digitali hanno un’intelligenza e una velocità diversa e a volte superiore rispetto alle persone che sono nate nell’era analogica, se così possiamo chiamarla, e che si trovano ora immersi appieno nell’era digitale. 

Ma il rapporto con le emozioni e quindi le relazioni è molto complicato per i nativi digitali.
Ho capito che c’era bisogno di fare qualcosa, qualcosa che rendesse loro consapevoli dell’uso corretto della rete dei suoi pregi ma sopratutto dei suoi “pericoli”. 
La continua interazione con la rete sottopone la mente a un continuo stress e a recepire numerose informazioni con lo scopo di condizionare l’adolescente anche nel modo di apparire.
L’arte è un mezzo potentissimo, e allora ho pensato di mettere il mio lavoro al servizio di qualcosa di più grande.

OSA invita a depurarsi dal sovraccarico informativo attraverso percorsi artistici, ponendo l’attenzione sull’importanza di disconnettersi dallo smartphone per riconnettersi con altre dimensioni dell’esistenza. Un percorso per ritrovare la vera connessione: se stessi. L’obiettivo è quello di rendere armonico il rapporto tra corpo, voce e mente nella relazione con l’altro, con se stesso e con la propria creatività, per contrastare l’avvento delle dipendenze del nuovo millennio. OSA si occuperà di progettare e sviluppare attività creative sui temi dell’arte, della valorizzazione del proprio se e dell’integrazione culturale.

Il percorso OSA fa parte di EDUCATA-MENTE 2.0, progetto della ASL Roma1 realizzato con il supporto tecnico e finanziario del MINISTERO DELLA SALUTE – CCM

e con collaborazione scientifica del Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma